Windsurf

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  • #12942
    livia
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        Anzitutto, cancello ogni dubbio, visto alcuni messaggi che mi sono arrivati, non ho nessuna intenzione di mollare il windsurf, per dirla in gergo "manco mi sogno".
        Resta il fatto che in questo sport impegnativo, costoso e capriccioso per via del vento, è facile che in molti perdano l'entusiasmo, sta ai più appassionati, senza imporre nulla, far conoscere le bellezze ed i divertimenti, anche fuori dalla planata, di questa disciplina qualche volta … un po' bastarda.
        i grandi dell' Irom sono fondamentali, ma vedo che anche i piccini danno il loro contributo a tenere accesa la fiamma.
        Leggendo l'articolo che qui riporto, che in molti conosceranno, ho pensato che , mai come nel windsurf, è bene fare sempre una buona dose di autocritica, a prescindere dal livello raggiunto o cui si punta.

        Dio Salvi il Windsurf
        BY NAVAR · PUBLISHED 6 JUNE 2012 · UPDATED 6 JUNE 2012

        Di Filippo Campanile – http://www.powdermob.com

        Pratico windsurf a livello ludico-dilettantistico ormai da 28 anni, ed ho cavalcato con enorme passione tutta l’evoluzione del funboard, fin dalla nascita delle primissime tavole cosiddette “da salto”.
        Negli ultimi anni, ahimè, ho perso per strada una bella fetta del mio entusiasmo, non per il fatto di aver raggiunto una barriera critica di apprendimento, ma per essermi trovato improvvisamente da solo!
        E’ innegabile, da quando il kite è stato bersaglio del travaso in massa da parte degli attuali ex-windsurfisti, i pochi “superstiti” spesso si sentono come la famosa particella di sodio: “c’è qualcuno?”
        Molti diranno: “…e che ci importa? Meglio pochi ma buoni!”. In verità, quando tutti gli amici con i quali potevi condividere viaggi e vacanze abbandonano il campo, la pratica diventa difficoltosa anche per te, e a volte ti chiedi che senso abbia continuare a girovagare, da solo, per gli spot semideserti o troppo occupati dai kiters.
        Nei primi anni ’90 in Italia la passione dei windsurfisti era incontenibile, la febbre saliva alle stelle e il contagio imperversava, i materiali si evolvevano e gli spot si popolavano.
        Oggi il calo di questa spinta è davanti agli occhi di tutti, l’onda dell’entusiasmo si è trasformata dapprima in un moscione, poi in un semplice chop, diventerà presto acqua piatta?
        Nel web si vede ancora tanto windsurf, roba di altissimo livello e grande qualità, ma quello è mondo virtuale molto selettivo, poco rappresentativo e, soprattutto, globale.
        Nella realtà Italiana invece il nostro sport si rifugia in una nicchia: la “riserva protetta del windsurfista in via d’estinzione”.
        Facendo il periplo delle nostre infinite coste, dove prima trovavamo centinaia di schegge plananti cosa troviamo?
        Troviamo poche schiappe negli spot da schiappe, molti stranieri negli spot “da stranieri”, pochissimi super-pro nei vari “rocky points”, atleti questi ultimi che vivono nel loro mondo avulso e totalmente chiuso.

        Ma dove va il Windsurf?
        Siamo sicuri che il Kite sia l’unico responsabile del declino in atto?
        Non sarà invece il mondo stesso del windsurf che dovrebbe guardarsi alle spalle, con autocritica, e chiedersi: “ma dove stiamo andando?”

        Prima di tentare una risposta, lasciatemi fare alcune considerazioni in merito all’esplosione del kite.
        Il kite è uno sport bellissimo ed innovativo, talmente rivoluzionario che 15 anni fa non sarebbe stato nemmeno immaginabile. I vantaggi del kite li conosciamo tutti, e sarebbe ridondante elencarli nuovamente.
        A mio avviso però, questa conversione di massa, è solo in parte giustificata dagli innegabili pregi.
        Io direi che una buona metà degli ex windsurfisti si è convertita poiché realmente rapita dalla sensazione, che aveva acceso in loro il fuoco della passione. Nulla da eccepire.
        Altri sono passati al Kite perché non riuscivano nel windsurf. Anche qui, nulla da eccepire, poiché il kite è certamente più facile.
        C’è purtroppo un’altra buona metà che ha sentito la conversione al kite come un obbligo, un dovere: molti purtroppo sono passati al kite ob torto collo, per puro accodamento al gregge, per non sentirsi da meno, per non rimanere fuori dal giro, per essere alla moda, per sentirsi …up to date!
        In quest’ultimo caso qualcosa da eccepire ci sarebbe e, a mio avviso, è proprio da qui che dovrebbe partire l’autocritica di coloro che muovono il mondo del windsurf.
        Le aziende surfano passivamente l’onda residua, ma non tentano di innescare la nuova onda del rilancio, relegando il windsurf nella sua nicchia e concentrando le risorse altrove.
        Le organizzazioni riducono gli eventi dove la tribù si potrebbe ricompattare.
        I campionati diventano di anno in anno più estremi ed esclusivi, gli atleti sempre gli stessi e via via più chiusi nella loro “casta”.
        Solo un esempio: pochi anni fa è nato un campionato Italiano wave, grande iniziativa e lodevole tentativo di rilancio ma, nonostante finestre secolari, il semaforo non diventa mai verde, in attesa di condizioni “da suicidio”, per cui gli eventi saltano o slittano alle porte dell’inverno, magari con 4 metri d’onda e 60 nodi ma… così ci va a vederli?
        Quante auto passeranno sulla statale di Cala Pischina, a Novembre, sotto un cielo di piombo? Non sarebbe stato meglio dare il verde in Giugno o Luglio, accontentandosi di due metri e soli 30 nodi?
        Per fortuna quest’anno, finalmente, è stato fatto così. Bravi, un buon passo avanti!

        Il mercato italiano del windsurf sembra un cane che si morde la coda: i praticanti calano, le aziende ridimensionano, la comunicazione sparisce, le new entries languono.

        Non più trainata dalla passione dei surfisti medi la macchina del windsurf, che nei primi anni 90 era lanciata a pieni giri, rischia oggi di fermarsi del tutto: i “tapirotti” che ancora sfrecciano a Porto Pollo possono essere le ruote, i campioni che chiudono backloops of the lip potranno rappresentare la scintillante carrozzeria, ma …..il motore, dov’è? Ahimè, non c’è più!

        Il motore che traina ogni sport adrenalinico è l’utenza media, quella degli appassionati. Solo questi, e se numerosi, possono creare domanda e spingere i produttori e gli addetti a rilanciare il settore, con nuovi sviluppi, nuova comunicazione e nuovi eventi.
        Se però questa utenza media non è più in grado di autoalimentarsi spontaneamente, sono proprio gli addetti che dovrebbero fare il primo passo, investendo nonostante la crisi, senza ritorni immediati, ma al solo fine di consolidare una base per il futuro rilancio.

        Se 20 anni fa il windsurf regalava delle emozioni di un certo tipo, specie durante il lunghissimo apprendimento, perché oggi non dovrebbe darle più? Mica son cambiati i genomi umani!
        Ho sentito decine di “kite-convertiti” prendere in giro i “superstiti”, ma la risposta viene naturale: “stai dando del fesso a te stesso, fino a ieri rincorrevi le raffiche da Ventimiglia a Mazzara, 360 giorni l’anno, ora disprezzi 20 anni della tua vita, anni vissuti per niente?”.
        La verità e che il windsurf e il kite hanno una curva di apprendimento completamente diversa.
        Il WS ha un’ascesa graduale che può durare moltissimi anni, ma alla fine porta a sbattere la testa su un tetto quasi invalicabile: il salto di qualità che separa l’amatore medio dal rider di alto livello.
        Tutti i windsurfisti medi, chi prima e chi dopo, si erano oramai appiattiti e livellati sotto questo tetto, uno scoglio davvero ostico. Questo appiattimento è stata una delle cause della transumanza di massa.
        Il kite ha una curva di apprendimento ripidissima, quindi l’emozione iniziale è più concentrata, ma ad oggi non è facile sapere come evolverà nel proseguo questa curva, e quindi dove sarà collocato il suo tetto di appiattimento.

        Se in parte può essere giusto che chi si è stufato del WS passi al kite (anche perché gli rimangono pochi anni prima della vecchiaia, ed ha bisogno di emozioni più veloci e concentrate), perché chi inizia da zero, per il solo fatto che oggi esiste il kite, dovrebbe tagliarsi a priori tutte le emozioni del lunghissimo ed entusiasmante iter di apprendimento del windsurf?

        Vi lascio quindi con un interrogativo, un piccolo tarlo da inculcare nella testa del giovane che vuole avvicinarsi ad uno sport acquatico “de la glisse”, ma non ha ancora le idee chiarissime: se è più o meno dimostrato che il windsurfer molto attivo dopo 15/20 anni raggiunge un fisiologico calo di entusiasmo, non potrebbe essere che col kite questa soglia della monotonia arrivi prima, magari dopo soli 6/7 anni?

        “Allora buone surfate a tutti, che siano con vela aquilone pagaia o altro… e che Dio salvi anche il nostro… Windsurf!”

        #12943
        Andrea
        Amministratore del forum
          • Disciplina preferita: freerace; foil; wave

            interessante analisi Livia, questo apre un sacco di altre domande…e quesiti.

            Esempio se il problema potrebbe essere: avere un range di vento che parta da meno nodi …la risposta potrebbe essere "velone", e secondo me in più il fatto dei foil ..anche questo abbasserà il limite inferiore di nodi necessari; purtroppo però per noi non sarà utilizzabile all'Irom, fondale troppo basso per l'altezza del foil.

            #12944
            Andrea
            Amministratore del forum
              • Disciplina preferita: freerace; foil; wave

                poi credo che un altro grosso fattore l'abbia avuta questa crisi che se ne dica sicuramente ha fatto si che siano ridotte il numero di persone che hanno accesso e voglia di spendere per un hobby.

                Poi il kite è giovane come disciplina, quindi non abbiamo comunque "esperienze" di persone che praticano kite da più di 15 anni, mentre sicuramente tantissimi windsurfisti da più di 20 anni ..e che non passeranno al kite.

                Con questo non voglio dire che sia da additare i kiters, ma che siamo tanti e con tante idee e propensione a fare tante cose diverse.

                #12945
                livia
                Partecipante
                  • Disciplina preferita:

                    Ben vengano le analisi ed i quesiti, Andrea. Il divario tra le due generazioni in questo sport è molto grande, è grande persino all'interno di ciascuna generazione.
                    Quando mi dicono "siete fortunati ad allenarvi con quest' attrezzatura", penso "ma quando imparavate voi quanti eravate in acqua?". Noi è già tanto se ci troviamo in sei in acqua con un livello più o meno equivalente.
                    La prima difficoltà che ho trovato nel windsurf era non riuscire a capire quali fossero gli steps da seguire; l'ho imparato un po' alla volta, grazie ai Grandi dell' Irom, a Matteo, il più grande ed il più piccolo di tutti, ma ricordo il primo inverno all'irom, nei light wind, quante volte mi sono chiesta: "bene, virare e strambare lo so fare ed ora?".
                    Il più delle volte sentivo parlare della "planata", mi si diceva "vedrai che t'innamorerai definitivamente!" e pensavo, "Ancora di più?". Poi è arrivata un'uscita, una di quelle che non dimenticherò, con il 165 litri, planavano solo i veloni, Rix e Guelfo facevano manovre in light wind, mentre io, intimidita, continuano le strambate e virate in un angolo, vicino al ponte, ed è stata la prima volta che ho litigato con il windsurf, non capivo cosa dovevo fare.
                    Anche questa mattina all'irom qualcuno era scontento, perché ci voleva la vela più grande per planare e, ti dirò, è vero, aveva ragione. I discorsi sulle misure apparenti, sul conoscere una vela fino in fondo, può valere per chi ha l'home spot, ma in certe giornate, specie se hai un lavoro in cui è difficile conciliare gli impegni con i capricci del vento, quello che ti interessa è uscire solo per planare con la vela idonea, ben vengano allora le vele "ad maiora".
                    Per quel che riguarda l'antagonismo windsurf/kitesurf, o meglio tra chi pratica le due discipline, è qualcosa che non capisco, anche perché non conosco il kitesurf.
                    So che il windsurf può essere fun anche in light wind, ma comincio a capire il punto di vista di chi cerca l'uscita planante. Io nel windsurf non sarò mai nessuno, ma stringere la mano al kitesurf per un'apertura mentale, per capire i limiti del windsurf, e per questo, nel mio piccolo, indicare come divertirsi anche con poco vento, è uno dei vari obiettivi che mi sono fissata per far vivere il windsurf; aggiungo che la diatriba tra le due discipline, è più una questione di principio che altro, per lo meno così la percepisco io.
                    Trattasi di due sport avvincenti, e futuristici, che, talvolta, anche se raramente, vengono praticati da una stessa persona. Fino ad oggi, ho sentito dire che i kiters non rispettano le precedenze, che creano chop ecc. Sarò stata fortunata, perché ne ho conosciuti molti di kiters, specie al Morto, non mi hanno mai creato problemi, anzi semmai ne creavo io a loro, anche provando la partenza dall'acqua e da loro, e non solo nei miei confronti, ho sempre ricevuto un sorriso.
                    A Tenerife sono stata soccorsa, quando ho perso il piede d'albero, da una ragazza con il kite (bellissima aggiungo) ed un ragazzo con il windsurf (altrettanto bello), ed ho pensato, oltre a speriamo che me la cavo, questo è sport!

                    Ripeto quello che dico sempre, che nel windsurf bisognerebbe esserci più apertura mentale, altrimenti evolverà l'attrezzatura ma sarà destinato ad essere uno sport di nicchia.

                    #12946
                    Andrea
                    Amministratore del forum
                      • Disciplina preferita: freerace; foil; wave

                        sul fatto che non sia uno sport …tipo calcio… ti dirò per fortuna, perchè altrimenti ci troveremmo a farci male in acqua, mentre così è molto più gestibile.

                        Per quanto riguarda il discorso vento (premesso che parlo per sentito dire e opinione), credo che col kite non puoi fare light wind…cioè o plani o affondi con la tavoletta, quindi sei poi costretta ad avere super kite da 16-20m2 altrimenti non fai l'uscita se hai aquiloni piccoli.

                        Sul fatto che possa "finire prima l'euforia" perchè impari prima…penso che dipenda tanto dalla persona; farà la stessa cosa col windsurf o surf o kite..se uno si stanca presto si stanca presto e basta, sarà uno due o tre anni ma poi getta la spugna.

                        Io so che non sono e non sarò mai in grado di fare windsurf sulle onde, ma non per questo non mi piace coltivare l'idea, è come quando uno gioca a calcio (o pallavolo) e sogna di giocare una partita importantissima…spero di aver reso l'idea.

                        Vabbè…sentiamo Gianni che ha da dirci….

                        #12949
                        phil
                        Partecipante
                          • Disciplina preferita:

                            Dico la mia in questo interessantissimo post anche se, sono sincero, non volevo farlo, non perché mi "vergogni" a scrivere ma perché avrei voluto più che altro leggere gli interventi di chi è più esperto o che ha provato entrambi, sia il windsurf che il Kite.
                            Dunque ho voluto informarmi, leggendo su vari forum i pro e i contro di chi ha esperienze 30ennali col primo e che ha svoltato verso il secondo.
                            Cosa si evince? Che il windsurf necessita di molto più materiale d'acquisto e molto più spazio di ingombro, ma soprattutto che l'evoluzione è lunga e lenta finché non si sbatterà contro il "muro" invalicabile che divide l'appassionato dall'esperto (questo non vuole dire che è impossibile diventare esperto ovviamente)…dunque in mezzo a questo "limbo" il windsurfista "medio" sarà spinto, dopo anni di "appiattimento", a svoltare verso il kite, che lo farà divertire con molta meno attrezzatura ed evolvere molto più facilmente e velocemente…oltretutto il windsurf al giorno d'oggi sa un po' più di "vecchio" dunque "sfigatello"…ebbene si, anche negli sport c'è sempre un po' di "moda".
                            Se poi ci aggiungiamo che con acqua bassa e light wind col kite ci si diverte comunque, il gioco è fatto!

                            Questo è il mio personale riassunto da tutto ciò che ho letto in tanti post letti sul web riguardo l'argomento.

                            Il mio pensiero finale: io mi sono innamorato del windsurf 20 anni fa quando non esisteva il kite, ma ho perso un sacco di anni per strada perché l'ho praticato pochissimo e stando pure anni interi senza toccare la tavola, però rimango fedele alla mia idea, e cioè che per me il gusto è la "navigazione"sull'acqua, non i "salti" e le "acrobazie", alla fin fine ragiono da sciatore da pista quale sono a cui piace lo scivolamento sulla neve e "odia" snowpark e fuoripista vari…
                            Infine credo che la risposta definitiva la darò fra qualche anno, se e quando arriverò a quel famoso "muro" invalicabile e capirò se "accontentarmi" o cercare nuove emozioni.

                            #12956
                            livia
                            Partecipante
                              • Disciplina preferita:

                                Già pure a me sarebbe piaciuto sapere l'opinione di chi è passato al kite, ma è impossibile perché… Non leggono i nostri reports

                              Stai visualizzando 7 post - dal 1 a 7 (di 7 totali)
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